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Schema idrico Ofanto

Il fiume ha origine in provincia di Avellino e sfocia nell’Adriatico
Descrizione

Con la sua asta principale segna nel primo tratto il confine tra Basilicata e Campania e nel secondo tratto quello tra Basilicata e Puglia. Il bacino si estende per circa 3.000 Kmq, di cui circa 1.300 Kmq ricadono in territorio lucano.

Lo Schema idrico è costituito da cinque invasi, di cui due in Campania (Conza ed Osento), due in Puglia (Marana Capacciotti e Locone) ed uno in Basilicata (Rendina).

La funzionalità dell’intero schema è regolata dalla Traversa di Santa Venere realizzata sull’asta principale del fiume, in località Rocchetta Sant’Antonio.

Dalla Traversa Santa Venere, tramite un sistema di adduzione ed un tripartitore, le acque intercettate vengono convogliate verso l’invaso del Rendina in Basilicata e gli invasi del Locone e Marana Capacciotti in Puglia. Nell’alto bacino dell’Ofanto è, inoltre, presente sul territorio della Basilicata la Diga di Saetta.

Le opere costituenti lo schema Ofanto, gestite dall’EIPLI, sono le seguenti:

  • Diga di Conza della Campania
  • Diga di Saetta
  • Adduttore Ofanto

Adduttore Alto Ofanto

L’Ente Irrigazione, gestisce l’Adduttore Alto Ofanto, assicurando il servizio irriguo ai Consorzi di Bonifica di Capitanata, Vulture Alto Bradano e Terre d’Apulia.

La diga del Locone (C.B. Terre d’Apulia) è alimentata dall’Adduttore; in essa sono invasati i volumi idrici per il servizio irriguo e quelli utilizzati dall’Acquedotto Pugliese per il potabile.

L’Ente Irrigazione deve, pertanto, garantire l’efficienza dell’Adduttore attraverso la manutenzione di tutti gli organi di cui lo stesso è dotato.

L’adduttore è composto da due tronchi di diverso diametro: il primo, del diametro Ø 2800 ha inizio dal partitore in Contrada Stabile di Melfi (PZ) e termina alla diga sul Torrente Locone in agro di Minervino Murge (BA) per una lunghezza di circa 36 Km.; il secondo del diametro Ø 2400 ha inizio dal nodo idraulico di Lamalunga, in agro di Minervino Murge (BAT), e termina alla vasca di calma in agro di Canosa (BAT), per una lunghezza di circa 17 Km.

Per la gestione dell’Adduttore è stata realizzata presso il nodo idraulico di Lamalunga, una casa di guardia ove ha sede il centro di controllo dell’intero Adduttore; la gestione e il monitoraggio dello stesso è svolto per mezzo di un impianto di telecontrollo.

L’Adduttore ha la capacità massima di convogliare una portata di 8 mc/sec durante l’esercizio invernale per il riempimento della diga sul Torrente Locone e di 4,2 mc/sec durante l’esercizio estivo per alimentare le zone irrigue di Minervino alto, oltre che l’ area di S. Francesco (Lavello). 

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