Home » Diga di Acerenza
Riconducibile alla tipologia in materiali sciolti zonata, ha una altezza (ai sensi della L.584/94) pari a 55,16 m.; l’altezza di massima ritenuta è pari a 52,40 m.. Lo sviluppo del coronamento è pari a 760 m.
La superficie del bacino imbrifero direttamente sotteso dallo sbarramento è pari a 142 kmq; il serbatoio è alimentato mediante la traversa di Trivigno sul fiume Basento, il cui bacino imbrifero sotteso è pari 405 kmq., e gli adduttori Trivigno-Acerenza e Acerenza-Genzano.
La quota di massimo invaso è pari a 457,00 m. s. l. m., cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 2,25 kmq; la quota di massima regolazione è pari a 454,50 m s. l. m. cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 1,84 kmq; la quota di minima regolazione è pari a 424,00 m. s.l.m., cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 0,53 kmq. L’utilizzazione del serbatoio prevede la regolazione annuale dei deflussi per uso irriguo.
Il bacino imbrifero sotteso dallo sbarramento interessa terreni di natura prevalentemente argilloso-marnoso-arenacea. La serie stratigrafica si estende dall’Oligocene al Pliocene. Tra le formazioni più antiche, riferibili all’Oligo-Miocene, affiorano i complessi degli argilloscisti varicolori, delle calcareniti e calciruditi ed il complesso marnoso-arenaceo; seguono nella serie il complesso molassico-quarzoarenitico e la formazione marnoso-arenacea di Serra Palazzo. Trasgressivo su dette formazioni è presente il Pliocene, generalmente in facies sabbioso-conglomeratica. Gli affioramenti Pliocenici si rinvengono, in genere, alla sommità dei rilievi, dove spesso formano pareti scoscese, generalmente stabili. I depositi recenti sono essenzialmente lacustri e alluvionali. I primi occupano plaghe pianeggianti, generalmente depresse, poste presso il limite occidentale del bacino, tra Sarnelli e Serra dell’Olmo, e sono praticamente costituiti da terreni fini e impermeabili. La maggior parte della superficie del bacino è, pertanto, impermeabile, o scarsamente permeabile.
Le configurazioni morfologiche del settore vallivo interessato dalla diga sono variabili e presentano fenomeni di movimento di massa di varia tipologia e importanza. Un movimento di frana in prossimità della spalla destra della diga fu oggetto in passato di interventi di stabilizzazione, mentre il versante in spalla sinistra, a ridosso della casa di guardia, è attualmente interessato da una frana.
La zona di sbarramento è caratterizzata dalla presenza della formazione delle marne di Toppo Capuana, a prevalente componente marnoso-argillosa. Passando dal fondovalle a quote più elevate sui versanti, sono presenti formazioni argilloso-sabbioso-conglomeratiche del ciclo Bradanico di età Plio-Pleistocenica.
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