Home » Diga del Pertusillo
L’esercizio normale è iniziato nel 1969. Riconducibile alla tipologia ad arco gravità, ha una altezza (ai sensi della L.584/94), pari a 90,00 m.; l’altezza di massima ritenuta è pari a 84 m. Lo sviluppo del coronamento è pari a 340 m. La superficie del bacino imbrifero sotteso dallo sbarramento è pari a 530 kmq.
La quota di massimo invaso è pari a 532,00 m s. l. m., cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 7,11 kmq; la quota di massima regolazione è pari a 531,00 m s. l. m. cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 6,93 kmq; dal 01 ottobre al 31 marzo la quota di massima regolazione è pari a 529,20 m s. l. m., cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 6,60 kmq; la quota di minima regolazione è pari a 486,00 m s. l. m., cui corrisponde una superficie dello specchio liquido di 0,64kmq.
Il volume totale d’invaso è pari a 159.170.000 mc; il volume utile di regolazione è pari a 142.660.000 mc; il volume di laminazione è pari a 6.930.000 mc.
L’utilizzazione del serbatoio prevede la regolazione annuale dei deflussi per uso plurimo (idroelettrico, potabile e irriguo).
Il bacino imbrifero sotteso dallo sbarramento è interessato da diverse formazioni, risalenti dal Trias fino al quaternario recente. In particolare nei rilievi più alti sono presenti le dolomie, gli scisti silicei ed i calcarei grigi compatti, risalenti al Trias; alle quote inferiori si riscontrano i calcari bianchi e grigi del Cretaceo medio, successivamente gli scisti silicei, i calcari nummulitici, le molasse ed arenarie tenere ed i conglomerati, risalenti all’Eocene, poi le argille azzurre più o meno sabbiose e le sabbie gialle del Pliocene ed infine, nelle parti più basse, i depositi alluvionali antichi del Quaternario e le alluvioni fluviali e lacustre recenti.
La rete idrografica è assai complessa e ramificata e gli affluenti principali sono in destra il fiume Maglia che confluisce all’interno del serbatoio e in sinistra il torrente Casale e il torrente Alli.
La zona interessata dal serbatoio è costituita da terreni argilloso-sabbioso-ghiaiosi depositatisi in un lago pleistocenico esistente un tempo nella zona valliva del corso dell’Agri, a monte del ponte Tarangelo. Ad alcune decine di metri a monte della sezione sbarrata affiorano i terreni argilloso-arenarei, mentre più a monte, l’invaso ricade negli anzidetti depositi quaternari lacustri, i quali poggiano sulla stessa formazione argilloso-arenacea che si spinge a valle e anche lateralmente a quota superiore a quella di massimo invaso. Nelle vicinanze dello sbarramento affiora la formazione conglomeratica, con particolare sviluppo verso la sponda sinistra, lapidea, ben cementata e di discreta potenza nella quale il fiume aveva inciso il solco profondo, con sponde ripide e strapiombanti, ove è installata la diga.
Le sponde del serbatoio hanno acclività elevata in tutta la zona che va dalla sezione di sbarramento fino a circa 4 chilometri a monte di esso, ed acclività più modesta nella rimanente parte del bacino la cui estensione complessiva è di circa 8 km.
La zona interessata dal serbatoio è costituita da terreni argilloso-sabbioso-ghiaiosi depositatisi in un lago pleistocenico esistente un tempo nella zona valliva del corso dell’Agri, a monte del ponte Tarangelo. Ad alcune decine di metri a monte della sezione sbarrata affiorano i terreni argilloso-arenarei, mentre più a monte, l’invaso ricade negli anzidetti depositi quaternari lacustri, i quali poggiano sulla stessa formazione argilloso-arenacea che si spinge a valle e anche lateralmente a quota superiore a quella di massimo invaso. Nelle vicinanze dello sbarramento affiora la formazione conglomeratica, con particolare sviluppo verso la sponda sinistra, lapidea, ben cementata e di discreta potenza nella quale il fiume aveva inciso il solco profondo, con sponde ripide e strapiombanti, ove è installata la diga.
Le sponde del serbatoio hanno acclività elevata in tutta la zona che va dalla sezione di sbarramento fino a circa 4 chilometri a monte di esso, ed acclività più modesta nella rimanente parte del bacino la cui estensione complessiva è di circa 8 km.
Il corpo diga è all’interno percorso da tre cunicoli orizzontali di ispezione, da un cunicolo corrente il giunto perimetrale di pulvino e di un cunicolo detto di iniezione, corrente alla base del pulvino, provvisti ognuno di accesso dall’esterno, atti a permettere, oltre all’ispezione del corpo diga, l’accesso ai punti di istallazione degli apparecchi di controllo e quelli di raccolta e misura delle acque di drenaggio.
Questi cunicoli sono tra loro comunicanti per mezzo di scalini in cemento armato, scale e ringhiere in ferro.
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